di Alessandro Perrone
Una delle uve autoctone coltivate nei colli euganei, e’ la varieta’ denominata “Turchetta”
La Turchetta è un’uva dalla storia antica. La sua coltivazione ha infatti origini antiche e risale almeno al periodo successivo alle bonifiche di epoca veneziana. Era uno di quegli antichi vitigni autoctoni adattatisi a un clima difficile, umido e caldo d’estate, con rese modeste, spesso a malapena sufficienti al consumo familiare.
La Turchetta è un vitigno affascinante e unico, radicato nelle colline vulcaniche dei Colli Euganei, un’area vitivinicola ricca di storia e tradizione.
Caratterizzata da grappoli di dimensioni medie e acini dalla forma tondeggiante, la Turchetta si distingue per la sua resistenza e adattabilità al terroir specifico di questa regione: è un vitigno rustico, poco sensibile alle malattie e alle avversità climatiche. Si adatta bene a terreni argillosi di pianura, purchè ben drenati.
I vigneti dei Colli Euganei, con il loro suolo vulcanico ricco di minerali, conferiscono a questa varietà un profilo aromatico distintivo, che spazia da note floreali a sentori più complessi di erbe aromatiche e frutta a polpa bianca.
I viticoltori locali, con la loro dedizione alla viticoltura sostenibile e alle pratiche tradizionali, coltivano la Turchetta con cura, preservando al contempo l’identità unica di questo vitigno autoctono.
I vini prodotti con la Turchetta sono spesso caratterizzati da una freschezza vibrante, una buona acidità e una struttura equilibrata, rappresentando fedelmente il territorio dei Colli Euganei in ogni sorso.
La Turchetta è stata di recente riscoperta nel Rodigino e nel Padovano sull’onda dell’interesse generale per il recupero dei vitigni autoctoni. Attualmente è possibile trovarla solo presso pochi viticoltori della sua zona tradizionale di coltivazione, ne esistono pochissimi filari e per fare delle valutazioni sui suoi vini bisognerà attendere la messa in commercio di prodotti vinificati in purezza.
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